Golf d'avventura nelle zone desolate urbane
I ricchi sono fuggiti su Marte, ma occasionalmente visitano la Terra devastata per giocare a golf. Ogni buca è una mini-storia separata, oltre a una sorta di puzzle che deve essere risolto affinché la palla raggiunga l'obiettivo. Gioca in mezzo a monumenti brutalisti, centri commerciali fatiscenti e musei abbandonati, su uno sfondo di insegne al neon e graffiti premurosi dedicati agli eventi del mondo moderno, alla Silicon Valley e all'umanità in generale.
Apocalisse in tre parti
Per capire come è arrivato il declino della civiltà, dovrai raccogliere informazioni da tre diverse fonti: la storia di un golfista solitario venuto a giocare "un'ultima volta", le trasmissioni della radio marziana "Nostalgia" e la narrativa dal punto di vista di un "osservatore segreto".
Incolpare i moneybag per tutto
Sarai accompagnato da una colonna sonora premurosa, oltre a storie che risuonano sulle onde della Nostalgia: qui, le persone della Terra possono non solo ascoltare la musica degli anni 2020, ma anche condividere ricordi del pianeta - se passare in onda. E come interruzione, il presentatore annuncia notizie e annunci che danno un'idea delle condizioni di vita tutt'altro che lussuose su Marte.
Per tutti
Con tre diverse modalità, c'è intrattenimento per tutti i gusti. Per i golfisti rilassati che vogliono solo ammirare i panorami ed entrare nel vivo della storia, la modalità Storia è la strada da percorrere. Chi non ha paura delle difficoltà può cimentarsi nella "Modalità Sfida", dove è necessario soddisfare un determinato numero di colpi. E per i veri maestri, c'è una strada diretta per Iron Mode, dove il giocatore in realtà non ha il diritto di commettere un errore. Grazie all'interfaccia minimalista e ai controlli semplici e intuitivi, tutti impareranno rapidamente il gioco.
Per la memoria
Ogni copia del gioco viene fornita con la colonna sonora digitale ufficiale di Golf Club Wasteland, oltre a un libro d'arte di graphic novel che espande la storia del golfista solitario Charlie.
